“Beckett ed Emily non si somigliano”

Si chiama Emily Byrne. Scomparve sei anni fa e fù dichiarata morta. Era una straordinaria agente dell’FBI, felicemente sposata e madre di un bambino… A Boston stava investigando sul uno dei serial killer più famosi della città, ora sconta la pena nel braccio della morte. Un giorno la trovano in una capanna sperduta nel bosco e le dicono che la sua famiglia si è rifatta una vita. Però Emily, non sa chi è e né cosa sia successo durante la sua assenza…

DOPO ‘CASTLE’

È l’inizio di Absnetia, la nuova serie che vede protagonista Stana Katic, il suo grande ritorno alla tv, un thriller con cui dimenticare l’amara ed inaspettata fine della sua serie ‘Castle’ dove interpretò la detective Kate Beckett per 8 stagioni e le cui “differenze inconciliabili” con il suo compagno Nathan Fillion portarono alla sua cancellazione poco più di un anno fa.

Stana ha voltato pagina. Con un’amnesia ‘intenzionale’, si considera ricompensata circa il suo nuovo ruolo in questa produzione con 10 episodi che saranno in prima visione mondiale su AXN lunedì 25 – in Spagna sarà primizia -, ed il cui ruolo di adatta come un guanto alla sua bellezza atletica ed alla sua personalità misteriosa.
“Solo leggendo i primi copioni mi sono resa conto che era fatto per me – dice l’attrice –  Mi sono sempre piaciute le storie di sopravvivenza. Ho letto di persone che sono riuscite ad uscire vive dall’olocausto e dalla barbarie della seconda guerra mondiale. Pero questo è un personaggio moderno: donna, lavoratrice, madre… e una eroina imperfetta. È stato interessante esplorare tutte le sue capacità in circostanze estreme. Ora ci sono ruoli migliori per le donne, non solo come compagne del protagonista, ma entità in loro stesse”
La metafora, a parte gli inquietanti paesaggi bulgari dove la serie è stata girata completamente in 70 giorni e che simulano la Nuova Inghilterra, è rappresentata in uno spaventoso ‘scenario all’Houdini’, poichè Emily torna alla realtà letteralmente annegando in una teca di vetr. Così che, alle sue abilità intellettive – parla quattro lingue ed in grado di memorizzare il copione di un episodio in una solo pomeriggio – l’attrice canadese di 39 anni ha dovuto aggiungere lo sviluppo di altre abilità fisiche: “Tutti i tipi di acrobazie, salto di ostacoli, guidare il go-kart e, peggiore di tutti, nuotare in un lago con temperatura esterna sotto zero. Portavo una tuta da immersione ma all’uscita era l’equipe che tratteneva il fiato”.
Nella storia di ‘Absentia’, dell’italiana Gaia Violo, diretta dall’israeliano Oded Ruskin (conosciuto per la serie ‘False Flag’) c’è una strana relazione con l’acqua. “Non è solo un effetto estetico – spiega Stana – Significa entrare nell’inconscio di Emily, nei suoi ricordi perduti, come se tornasse a nascere, una commozione che molti sopravvissuti a catastrofi sperimentano”

Il ritorno inaspettato

Emily non si adatta alla nuova realtà. Al suo risveglio in ospedale, scopre che sono passati sei anni e che suo marito Nick (Patrick Heusinger), si è sposato con Alice (Cara Theobold), la quale suo figlio Flynn, considera sua madre. Così l’agente dell’FBI va a vivere a casa di suo fratello Jack (Neil Jackson). Il conflitto aumenta quando Emily viene detenuta perché il suo DNA è sul cadavere del sospettato.

L’effetto ‘Homeland’

C’è un altro elemento decisivo in questa serie, “La famiglia e l’ambiente di una persona amata dopo la sua sparizione, il cosiddetto effetto Homeland”, spiega il direttore, forse perché porta il ‘timbro’ del produttori della serie ‘Hatufim’, dove si ispirò la storia del marine nord americano.

“Anche questo è un rituale mistico, – spiega Stana, che fa parte della produzione – la relazione tra fratelli, genitori e figli, compagno e nuovo compagno… Tutti entrano in conflitto tra loro, ma si mettono alla prova i valori di chi, invece di vendicarsi, opta per la comprensione, perché la maggior parte delle dinamiche familiari non sono ‘pulite’. È un tema universale che tutto il mondo riconosce”.
Altro confronto immediato che fanno i seguavi di Castle è quello tra Emily e Beckett. A parte il fatto che entrambe hanno il distintivo, la risposta secca dell’attrice è che “Non si somigliano in niente”. Continua “Non vedo un modo per connetterle, i loro mondi sono diversi, e ognuna ha il proprio merito”.

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Dopo la sua uscita da Castle, Stana ha raccolto i suoi due Emmy e si è dedicata al teatro, sua altra passione, con uno show sperimentale dello scrittore iraniano Nassim Soleimanpour, ‘White Rabbit, Red Rabbit” a New York: “Senza prove, senza direzione, senza spoiler!
Il copione viene dato all’attore prima di salire in scena ed il pubblico partecipa. Ho passato dei mesi invernali stupendi, perfetti per scollegarmi…”
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Ha anche fatto due film, ed ha alimentato il suo progetto ‘The Alternative Travel’, “Il cui obiettivo è animare le persone a camminare, utilizzare i mezzi pubblici e la bicicletta per beneficiare l’ambiente e la salute, anche se negli Stati Uniti è una missione quasi impossibile”, dice l’attrice.
Nella presentazione di Absentia durante lo scorso Festival di Montecarlo, la Katic ha elogiato con entusiasmo il suo nuovo compagno Patrick Heusinger, suo marito nella serie, mentre e per la prima volta è stata accompagnata in pubblico da un altro uomo, Kris Brkljac, australiano, consulente commercial e come lei di origini serbo-croate, con il quale è sposata in vita reale dal 26 aprile 2015, giorno del suo 37esimo compleanno.

Eventi 2017 – Clicca sulla foto per vedere gli eventi a cui a partecipato Stana nel 2017

Tanto “misteriosa” quanto il suo personaggio; si limitò a pubblicare sul suo instagram le foto di due fedi dopo una cerimonia segreta celebrata in un monastero sulla costa dalmata, di dove sono i suoi genitori, successivamente confermato da lei alla rivista britannica Daily Mail.
A Montecarlo gli diede parte del merito del suo successo – 12 milioni di dollari per Castle– anche se nella sua linea di “no comment” solo su instagram: “All’uomo dietro le quinte: il privilegio di tutta la vita è amarti ed essere amata da te. Grazie, mio amico, mia roccia, mio amore.” Adesso il mistero sta solo nella mente di Emily.


“Ho rifiutato molte offerte per lavorare con Stana”

 

STANCO DI ESSERE SOLO IL “BEL RAGAZZO”, STAVA PER LASCIARE A METÀ, MA L’ATTRICE DI ‘CASTLE’ HA INCONTRATO IL SUO CAMMINO.

Aveva appena finito di girare ‘Jack Reacher; punto di non ritorno’ con Tom Cruise, e non voleva tornare a lavorare nella televisione dopo ‘Gossip Girl’, ‘Casual’e ‘Girlfriends’ Guide to Divorce’. “Era arrivato il momento di smettere di essere il bel ragazzo”, ammette Patrick Heusinger a Supertele.

Però l’attore, di 36 anni, però nel suo percorso c’è Absentia, un thriller di azione dove interpreta Nick Durand, un agente dell’FBI che trova sua moglie, Emily Byrne (Stana Katic), sei anni dopo essere scomparsa.

Come mai hai cambiato idea?
Mi hanno offerto molte serie di canali molto importanti, ma ho rifiutato per lavorare con Stana, con un copione molto adulto ed intelligente.

Perché è diverso?              
In qualsiasi serie la mia attuale moglie sarebbe malvagia e spregevole per far si che ‘simpatizzi’ con la protagonista. In Absentia, invece, è buona. Mi ricorda un film di Hitchcock, in un thriller di personaggi.

La riprese sono state veloci, solo tre mesi.
Si, siamo stati a Sofia, in Bulgaria, e abbiamo incontrato la peggior nevicata degli ultimi anni (ride). Sono della Florida, però preferisco il freddo al caldo. Normalmente, si girano un episodio dietro l’altro, però qui abbiamo mischiato anche scene di altri episodi.

Questo sarà più difficile.
In un film ci vogliono cinque mesi per girare due ore. In Absentia, sono serviti tre mesi per 10 ore. Ho dovuto appendere il copione alla parete della mia camera per sapere lo stato d’animo di Nick in ogni momento, è stata una sfida.

È stato il ruolo più difficile della tua carriera?
Sicuramente. Ho visitato un ufficio dell’FBI e ho chiesto che mangiavano, quanto guadagnavano, se avevano vissuto un sequestro qualche volta… Volevo sapere tutto. Sono perfino dimagrito di 7 kg per non apparire molto muscoloso. Loro non hanno il tempo di andare in palestra.

Come sei passato dall’essere un giocatore di pallacanestro ad essere un attore?
Credo che il mondo non sapeva che fare con me. Quando ho finito la scuola, mi sono iscritto alla scuola di arte drammatica ed è stata la prima cosa che sono riuscito a concludere nella mia vita. E così ho deciso di dedicarmi del tutto a questo.

Questa professione è quello che ti aspettavi?
Immagina un bambino di 5 anni che va nel mezzo del nulla. Così mi sentivo all’inizio. Non mi considero un attivista, ma voglio rivendicare la mia parte e le storie che contano. La mia meta è non lasciare nessuno indifferente.