Inizia il 26 marzo su AXN

Parliamo con Stana Katic, di “Castle”, della sua nuova serie e della sua sfaccettatura di produttrice

L’attrice inizia la seconda stagione di “Absentia” con un tour promozionale che include la Spagna e ci ha raccontato alcuni degli aspetti di questo nuovo lavoro che ha girato parte in Europa

Un decennio dopo dell’uscita della serie che la lanciò alla fama, Stana Katic torna con la seconda stagione di Absentia, la serie giunta dopo Castle ed in cui interpreta una donne forte come Beckett, ma molto più complessa. Emily, il suo personaggio, è un’agente dell’FBI che è scomparsa per 6 anni e che torna alla sua vita per scoprire che tutto è cambiato. L’avevano dichiarata morta, suo marito si è risposato e suo fglio a malapena la riconosce. L’anno scorso abbiamo scoperto poco a poco il trauma che nasconde, poiché durante gli anni in cui è stata non si sa dove, era stata sequestrata da un folle che la teneva rinchiusa in un serbatoio d’acqua.

– Stana Katic, detective Kate Beckett in “Castle”, si sposa in una cerimonia intima sulla costa della Croazia

– Stana è una delle attrici meglio retribuite della televisione

Nella seconda serie di episodi della serie, che si può guardare su AXN ed in cui Stana partecipa non solo come attrice, ma anche come produttrice, si approfondiranno maggiormente tutti quegli anni persi ed il danno che essi hanno causato a questa madre, che desidera tornare alla normalità. Anche nelle sue relazioni familiari, senza lasciare da parte la trama poliziesca che continuerà a far parte della sua vita.

 

– Come vivi la serie da produttrice esecutiva? Come influenza la tua opinione e come decidi in che modo evolve la tua persona?
Come una dei produttori esecutivi, collaboro con il resto del gruppo, Julie Glucksman e Sony. C’è molto dialogo con gli sceneggiatori per iniziare a preparare una possibile terza stagione ora che stiamo terminando di modifcare la seconda, ed io l’ho vista tutta. Quindi c’è molta conversazione riguardo come possiamo renderla il più impattante possibile. Queste sono alcune delle cose che facciamo come produttori. Inoltre, ovviamente, come si scelgono i nuovi personaggi, è stato parte della pianifcazione della seconda.

– Per quanti anni ti piacerebbe continuare con questa serie?
Quello che vogliamo fare, come narratori, è colpire, non vogliamo allungare un processo se non è necessario. Continueremo ogni volta che avremo una storia da raccontare. Me la godo, approfitto dell’esperienza con i miei compagni. Manca ancora molto da esplorare e credo che dobbiamo continuare in attesa di quel che la storia ci dica di necessitare.

– Come vedremo Emily, il tuo personaggio, evolversi per quanto riguarda la sua famiglia?
Alla fine della prima stagione c’è un importante bombardamento di informazioni che la protagonista riceve e credo all’inizio di questa seconda Emily combatta con domande sulla sua identità, su quel che le è successo negli anni in cui è stata in prigionia. Tenta di rifarsi una vita, con un’immagine di se stessa molto sfigurata. La ragione per cui fa questo, alla fine, è l’amore per suo figlio. Vuole essere sicura di poter stare al suo fianco e riuscire così a ricostruire un rapporto con lui, è così la vedremo lungo questo processo. Stavolta riesce ad avere un suo appartamento e vedremo quel che questo signifca per lei, così com’è, una persona radicale, tesa. Non è la tipica madre. Giocheremo con questo, e ciascun personaggio avrà il suo ruolo. Vedremo com’è la relazione tra Alice e Nick, come si evolve e cosa accade dopo quello che abbiamo visto scorso anno. Inoltre ci sono spiegazioni sul come è connesso Jack con ciò che è accaduto.

– Ma per quanto riguarda Alice, lei fa dei cambiamenti nella sua vita che avvantaggiano il rapporto tra Emily con suo figlio, giusto?
Mi piace quando due donne riconoscono il buono l’una dell’altra. Emily vede che Alice ha fatto del suo meglio per crescere suo figlio, che è stata una madre fantastica per Flynn e non può dire nulla rispetto a questo. Qui è dove iniziamo, non è facile, è complicato, ma cosa non lo è?

– Cosí Emily non deve afrontare Emily, o è solo l’inizio della stagione?
Iniziamo così, poi vedremo.

– Cosa ti ha insegnato Emily?
È resiliente, forte, ed allo stesso tempo vulnerabile e fragile. È un personaggio interessante perchè non solo è come una anti-eroina, con un tocco di super-eroina, è anche una madre, il che la motiva molto. È molto interessante, mi ricorda la canzone di Meredith Brooks ‘I’m a bitch, I’m a lover’. Ha molte sfaccettature nella sua vita, ma quale donna, quale essere umano, non è così? È emozionante sperimentare questo, vedere come si sente identificata con suo padre, suo fratello e suo figlio. vedremo anche qualcosa della sua vita romantica in questa stagione.

– Da dove prendi l’energia per girare per tanti giorni e tante ore di seguito?
Dal caffè e dalla pasta.

– La cucini tu stessa?
No, perchè siamo sul set, nel mezzo della Bulgaria… per cui no.

– Cosa ti ha colpito di più della seconda stagione?
Vediamo, essendo produttrice esecutiva, so cosa accadrà in un certo modo (ride). C’è molta azione, a metà ci siamo spostati in Europa, il che è stato molto interessante. Sono venuti attori di tutto il continente per unirsi alla trama e questo è stato molto divertente per noi.

– Lo stress post-traumatico che impatto ha sul personaggio?
L’anno scorso abbiamo visto Emily da un punto molto oggettivo, lei era il mistero, però stavolta ci avviciniamo, il pubblico starà con lei, che si sente un mistero per se stessa. La vedremo cercare di adattare tutte le sfaccettature della sua identità e del suo passato. Poiché ora staremo con lei in modo più intimo, possiamo focalizzarci in maniera più interessante e pittoresca sul suo trauma emotivo e stress post-traumatico. Ci sono molti movimenti di camera originali e differenti, il che è stato molto divertente per noi, come produttori, e inoltre è stata una sfida come attrice cercare la realtà di questo personaggio.

– La seconda stagione inizia in un punto totalmente diverso dal finale della precedente, vedremo come questo giunge ad accadere man mano che trascorrono gli episodi?
Questo personaggio non può tornare ad un punto di normalità, è stata sempre un po’ punk-rock, anche prima di essere catturata ci sono punti che dimostrano che è sempre stata un po’ radicale. Mai si mette un grembiule e a fare brownies, vorrà provarci ma sarà sempre un po’ più alternativa, così che anche la relazione con suo figlio ha questa matrice. Ne ho parlato con l’attore che ha interpretato Flynn, gli ho chiesto cosa ne pensasse del suo personaggio e lui mi ha risposto “io sono minibatman e tu sei batman”. Mi è piaciuto! È qualcosa che lui ha visto della storia e che anche io ho percepito ed è qualcosa in cui trovano un loro punto di incontro, entrambi sono dello stesso estremo.

– Madre e figlio sono passati per la stessa esperienza di tortura, vedremo condividere questa cosa nei prossimi episodi?
É vero, e c’è qualcosa da dire di questa relazione che c’è tra loro: essi hanno un accordo tacito, quando si guardano si capiscono, ed è qualcosa che nessun altro ha. Sono una famiglia.

– Le donne forti in televisione già non devono essere combattenti, possono essere madri, femmine… quindi, cosa manca? Cosa ti piacerebbe aggiungere al tuo personaggio?
Ci sono moltissime storie attualmente, belle e complicate, non vediamo più normalmente l’interpretazione della donna “ideale”. Nel caso di Emily, la prima idea che ti fai di lei è quella di una zia diversa, alternativa. In più, la differenza qui è che non solo Emily, bensì il mondo in cui lei vive, è altrettanto strano, è una storia familiare, la relazione tra di loro dopo la situazione catalizzatrice che attraversano. Abbiamo un ex marito con la sua donna, il bambino, il padre, il fratello… questo è quel che rende insolita la storia. Vediamo tutto questo rappresentato ed è molto interessante.

– Abbiamo visto che parli un po’ di spagnolo, lo parli fluidamente? Lo hai imparato a scuola?
No, balbetto alcune parole. Non l’ho imparato a scuola, è solo che c’è molta gente a Los Angeles ed in generale negli Stati Uniti che lo parla, inoltre è una lingua latina quindi mi suona familiare per la mia esperienza con l’italiano ed il francese. Mi piace, è una bellissima lingua.

– Quante lingue parli?
Parlo serbocroato, inglese, ovviamente a malapena, ed anche italiano e francese, anche se ormai ben poco.

– Sei stata molte volte in Spagna?
No, questa è la prima volta per me.

– E ti piacerebbe tornare?
Certamente, è bellissimo. Mi piace perchè questo è solo un piccolo aperitivo, ma tornerò sicuramente.

– Nella prima stagione la vasca era la grande sfida di Emily, di cosa si tratterà stavolta?
Si ripropone la questione dell’identità, la ricerca della normalità. Il serbatoio non sparisce. Torna anche più forte e peggiore. Come narratori abbiamo potuto dargli un incremento esponenziale. Ho paura di dire troppo però, ho visto i 10 episodi e mi piace. Credo sia divertente, insolito, ci sono momenti in cui si vede il curioso senso dell’umorismo che i produttori hanno. Siamo rimasti un po’ sorpresi vedendolo e credo che il pubblico risponderà molto bene.

– La vedremo avere una relazione sentimentale?
Sì, avrà azione.

– Ti prepari fisicamente per il ruolo, ti alleni?
Sì, ci alleniamo con l’equipe che lavora in “Game of Thrones” perchè io ed alcuni dei miei compagni abbiamo scene importanti.

– E vedremo sua madre entrare nella storia?
Sì, la vedremo in più di un episodio e porterà informazioni che ribalteranno la storia.

– Credi sia stato più difficile prepararsi fisicamente e psicologicamente per questa stagione rispettola precedente?
La prima era nuova, la novità, quindi è stato un processo di apprendimento. Come attori è stato positivo tornare a vederci e sapere come sarebbero funzionate le cose, questa familiarità fa sì che sia più facile nonostante la traiettoria della narrativa sia più difficile questa volta.

– Quindi fai tu le tue scene di azione?
Sì, ho una stunt con la quale mi alleno e che mi aiuta, però nella maggior parte delle scene, tranne una caduta, credo, sono io. E questo è impossibile senza una buona compagna, siamo una grande squadra. Si chiama Raina, e credo che lei voglia raccontare questa storia al meglio possibile, come me, mi rende la vita più felice e si rallegra molto quando conseguo qualcosa di nuovo.

– Qualche aneddoto delle riprese?
Tutti mi chiedono cosa sia successo di divertente nelle riprese ed io, anche se ho trascorso il giorno ridendo sul set, credo di non ricordare nulla di concreto. Credo che tutti siano molto “pazzi” nel set, siamo molto simili, quindi ridiamo molto come equipe, però non mi viene nessuna storia particolare, anche se sicuramente c’è stata.